LA PRESIDENTE DI TELEFONO ROSA SCRIVE UNA LETTERA APERTA ALLA MINISTRA SEVERINO, SIAMO INFURIATI PER GLI ARRESTI DOMICILIARI CONCESSI ALLO STUPRATORE DI UNA RAGAZZA DELL’AQUILA. COME CONTINUARE A CREDERE NELLA GIUSTIZIA?

(ANSA) – ROMA, 11 GIU – “Addolorata, allibita e infuriata”:
queste le parole con le quali la presidente dell’associazione
nazionale Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli,
descrive, in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera e
indirizzata al ministro della Giustizia Paola Severino, il suo
stato d’animo, dopo aver letto che l’ex caporale dell’Esercito
accusato di aver stuprato e quasi ucciso una giovane ventenne
tre mesi fa a l’Aquila, ha ottenuto gli arresti domiciliari.
“Sono 25 anni che operiamo al fianco delle vittime,
invitandole innanzitutto a denunciare – ricorda MOscatelli – una
percentuale bassissima, pari all’8% di donne, trova il coraggio
di farlo. Ci dica, signora ministra, dopo una decisione simile,
con quale animo possiamo continuare a fare il nostro lavoro? Con
che forza possiamo dire alle donne di denunciare e a questa
ragazza di credere alla giustizia?”.
La presidente di Telefono Rosa chiude la lettera con un
abbraccio alla vittima “che in questo dramma si e’ sentita
sola, non protetta dalla giustizia e ha perso la fiducia nel
nostro Paese. A questa ragazza – conclude – diciamo che noi di
Telefono Rosa ci siamo ma e’ lo Stato che non puo’ restare in
silenzio e fermo”. (ANSA).