Amore
“Noi due, amore mio, portiamo addosso le cicatrici che la vita ci ha
impietosamente voluto infliggere. Luci e ombre, lo sappiamo bene, fanno parte
della vita. Speriamo almeno in un futuro sereno ed in grado di permetterci di
poterci “illuminare”e sostenere a vicenda. Abbiamo trascorso insieme tante
stagioni… ci resta il freddo inverno della senilità. Sarà la nostra cura e dedizione reciproca a renderlo caldo e confortevole per poterlo attraversare ancora abbracciati insieme con infinito amore.” E invece NO! Questa ultima dedica scritta sopra ad un libro dedicato al mio amore di una vita segna la fine di una storia d’amore. Dal 21 Maggio un devastante cancro me lo ha portato via. Lui, mio marito, era il mio unico e grande amore. Lui è stato tutto per me. Conosciuto ed amato dal primo momento che l’ho visto. Un giovane bello, impertinente, con una sicurezza ostentata e straripante ad ogni passo ed occasione. Mentre lavoravamo in un grande magazzino, lui vetrinista io sua aiutante, lui recitava poesie con la sua voce calda, sensuale e profonda. Sosteneva di essere un artista-pittore pur senza mai aver dipinto un quadro. Io gli dicevo “Ma come puoi dirlo con tale sicurezza?” E lui: “ Ne sono certo, non ho bisogno dimostrarlo a nessuno.” Come resistere a tale impetuosa personalità? Il mio cuore è stato subito suo. Il mio stomaco ogni volta che ero al suo fianco pullulava di farfalle… S’interessava e disputava con foga e
passionalità ogni argomento che trattava: politica, arte, cinema, letteratura, tutto contribuiva a renderlo unico. Una volta sposati finalmente mi mostrò il suo talento artistico. Aveva ragione. Era senza dubbio un grande artista. Disse che da ragazzo non aveva tempo, doveva divertirsi e dedicarsi ad altro… ora da sposato poteva finalmente dedicarsi alla famiglia e anche all’arte. Ora senzadi lui non riesco a camminare, mangiare, parlare… senza che ci sia un pezzo di lui nelle cose che sto facendo. Cosa gli piaceva mangiare, cosa gli piaceva dire, cosa lo irritava, cosa lo esaltava, cosa l’ indignava , ogni cosa ne rimanda ad altre, un ricordo tira l’altro, un incessante inanellarsi d’immagini. Lui sempre lui. In una ipotetica lancia s’impilano uno sull’altro come conficcati uno per uno nell’anima mia tutti i ricordi che ormai dovranno sostituirlo nella mia vita quotidiana. Il destino ci aveva già puniti con la morte di nostra figlia, Katia, morta per un cancro al seno. Insieme abbiamo resistito e trovato le forze per andare avanti. La notte dormivamo abbracciati, e tu dicevi: “Se ci vedessero… chi ci crederebbe che ancora dormiamo così stretti stretti?” Come non sentire il vuoto attorno a me? Come sopperire a quel dialogo ininterrotto che avevamo noi due? Il tempo per chiacchierare non ci bastava mai. A volte abbiamo fatto mattina senza che ce ne rendessimo conto… e delle volte anche grandi risate a notte fonda, tanto di aver paura che nel cortile ci sentissero e ci prendessero per matti e magari reclamassero per schiamazzi notturni… Non ricordo i motivi di quelle risate ma ridere insieme era davvero una bella sensazione… Ora riposa in pace mio amor. Io ti terrò dentro il mio cuore in eterno… e quando riderò sarai con me e quando camminerò e ovunque volgerò lo sguardo tu sarai con me… Ora riposa in pace mio amor… riposa in pace.Bruna Verdone