Grazie alla sentenza della cassazione torneremo al 1986?

“nell’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfate con altre misure”

Sono le parole con cui, oggi, la consulta ha concesso a due ragazzi colpevoli di stupro una pena alternativa a quella del carcere, normalmente prevista dalla legge.

Da oggi chi stupra in Italia sa che non è detto che dovrà scontare una pena in carcere, da oggi il reato di stupro è nuovamente un reato di secondo piano, una atto per cui il carcere non è obbligatorio, purché lo si faccia in gruppo!

Solo dal 1986, con l’abolizione del Codice Rocco,  si era passati a considerare la violenza sessuale un reato contro la persona e non più contro la morale. Dopo poco più di vent’anni si decide nuovamente di depotenziarlo, diminuendone nei fatti il deterrente e avvalorandone una percezione di minore gravità.

Ma l’assurdo è proprio che la cosa si applica se lo stupro avviene in gruppo… Quindi chi vuole rovinare la vita di un’alta persona è sufficiente che si armi di altri volenterosi per evitarsi il carcere.

Depotenziare le pene sul reato di stupro, in un mondo in cui la percezione del corpo altrui è sempre di più quella di un oggetto alla mercé di chi vuole usarlo è quanto di più sbagliato si possa fare, ed è un atto che non va fatto passare inosservato.

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