Rami contorti
A Rainbow Phoenix,
26 anni dopo la morte del fratello River
Vociava giocosa
la sciamata di zingari.
Biondi corpi lisci,
superstiti sensuali
di un abbraccio
fraterno.
Insofferenti
di giovinezza.
Pioggia ero.
E arcobaleno.
Labbra febbrili
fiorite di luna gravida,
sottili increspi.
Grilli nella frescura
i miei denti bianchi.
La terra odora di latte
e si fa madre.
Fiume,
letto di morte,
schianti gli argini
nella tua rabbia.
Innocenza risentita
che pretende riscatto.
Rigore immondo
che il mondo ripudia.
Pioggia nel fiume.
Fusione incantata
di attimo eterno.
Canto tutela,
armonia fugace
foriera di morte.
Incurante della tua
fragilità,
mi eri ombra
come a custodirci
segreto.
Sorriso triste,
labbra violacee
dei tuoi ultimi
istanti.
Decrepito fratello,
mi sei morto
a 23 anni.
Amore mio,
fiume ghiacciato
nella morsa
della scarsità.
Veggente
che viandavi
lungo le terre dei ciechi.
La mia pioggia
non ha mai saputo
calmare
la tua sete.
Sororale aurora,
il tempo ha smesso di scorrere
per me
che mi dimezzo.
E resto una.
Pioggia di luna,
porta fortuna,
pioggia ruscello,
resuscita
mio fratello.
Lavo via
il dolore
per renderlo
più lucido.
Lucida luna lucente.
Intuito tagliente.
Mi avvolgo
nelle spirali di un tempo
che si attorciglia,
inceppato
in quel tuo ultimo rigurgito
risentito
e bianco.
Lenta cola
la tua morte
irreversibile,
miele vischioso
che mi imprigiona
in un tempo remoto.
Rinasco,
meccanica stella danzante.
Silvia Cavalieri, 3 ottobre-1 novembre 2019




