Ci stanno imbavagliando!

Pubblico oggi una testimonianza che sfora il limite dell’8 marzo che avevamo dato come termine ultimo per la raccolta dei nostri testi, ma che mi pare estremamente urgente, visto quello che sta accadendo in Italia e che sta passando sostanzialmente inavvertito dalla maggior parte delle persone: chi ha a che fare col mondo della scuola e dell’università si sta rendendo conto, sulla propria pelle, su quella dei propri figli e/o dei propri studenti, che i tagli sconsiderati che passano sotto l’etichetta neutra “Riforma Gelmini”, sono ferite mortali al sistema scolastico pubblico del nostro paese, colpito in tutti i suoi cicli, anche in quelli il cui valore era stato ampiamente riconosciuto in ambito internazionale, come le materne e le elementari. Tagli che fanno sanguinare, a dir poco, e che mettono a repentaglio la formazione, l’educazione e la stessa sicurezza dei nostri figli, per non parlare del danno irreparabile che stanno facendo al futuro di una nazione ormai in uno stato di decadenza che sembra irreversibile. Se non fosse per quelle ricchezze che continuano a sbocciare al di fuori dei canali ortodossi, per la vitalità ostinata di chi continua a tenere gli occhi aperti e a raccontare, manifestare, praticare possibilità differenti, come si potrebbe riprendere il filo del discorso nella ricostruzione di quel paese sensato che auspichiamo sia ancora possibile? Bene. Le proteste, le dichiarazioni di dissenso, le testimonianze del disagio che la scuola italiana sta vivendo le si vuole mettere a tacere: alla fine di Aprile, il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna, Marcello Limina, ha mandato ai dirigenti scolastici questa circolare, in cui li si invita ” a sensibilizzare il personale della scuola, sul corretto comportamento da tenere con gli organi di stampa” che, in altre parole, significa che chi manifesterà il proprio pensiero non allineato con le decisioni e le iniziative governative verrà ostracizzato, ripreso e, addirittura, segnalato. Si tratta di un documento che contiene dichiarazioni molto gravi, potenzialmente (si fa per dire, la censura è già in atto in moltissimi settori in Italia) liberticida, le cui affinità coi modi che hanno contraddistinto il progressivo insinuarsi del Fascismo storico sono, a mio avviso, evidenti, come è stato sottolineato da più parti (un esempio qui). La testimonianza che pubblico oggi è una bellissima lettera di un’insegnante, Roberta, che risponde all’autore della nefasta circolare con parole su cui dovremmo soffermarci a pensare. Ringrazio Sergio e Antonella per avermela segnalata.

Gentile Dottor Limina,

Le scrivo questa lettera per chiederLe umilmente perdono e confessare le mie
colpe di fronte a tutto il popolo italiano.
Sì, lo ammetto: non ho identificato lo Stato col partito di governo, mi sono
concessa la libertà (parola ormai odiosa alle mie orecchie, in quanto foriera
di tanti mali) di avere un’opinione diversa dalla Sua e da quella dei Suoi e
miei superiori.
Ho colpevolmente dimenticato, e me ne pento, che non è tollerato avere
opinioni e men che meno esprimerle.
Prometto che d’ora in avanti, ogni volta che la stampa mi chiederà
informazioni sulla scuola, io Le telefonerò prima per chiederLe il permesso di
parlare e farLe preventivamente leggere le mie dichiarazioni.
D’altronde, so che Lei è sempre disponibile ad ascoltare i Suoi docenti, in
qualunque momento La interpellino. Chissà quanti ne avrà già ricevuti ed
ascoltati da quando è venuto tra noi! E chissà quante volte si sarà reso
disponibile a parlare con i genitori e gli studenti, perciò dovrei vergognarmi
ad aver anche solo pensato di poterLa in qualche modo scavalcare.
Con il Suo richiamo, Lei mi ha ricordato che dobbiamo credere, obbedire e
combattere tutti uniti per il medesimo scopo: realizzare questo progetto
meraviglioso, la scuola Tremonti-Gelmini.

Sento di doverLa ringraziare con tutto il cuore per avermi ricordato i miei
doveri di servitore dello Stato e per avermi rammentato la fedeltà che devo
alla nazione.
Effettivamente in questi ultimi mesi non ho svolto fino in fondo il mio dovere
di cittadino e di funzionario dello Stato.
Non ho adeguatamente tutelato l’amministrazione per cui lavoro: infatti, non
ho parlato con ogni singolo collega ed ogni singolo studente o genitore della
mia scuola di quello che sta succedendo.
Non ho fatto di tutto per tutelare il diritto allo studio e la scuola della
Costituzione.
Non ho anteposto ad ogni considerazione personale il bene primario che la
scuola pubblica rappresenta, come il mio contratto di lavoro e le leggi dello
Stato prevedono, permettendo che mille sciacalli ne facessero a turno la loro
preda.
Non ho affrontato in classe con i miei studenti l’argomento “riordino dei
cicli”, né quello inerente i tagli alla scuola, all’università e alla ricerca
come avrei dovuto fare, per invitarli a difenderne il profilo costituzionale.
Non ho difeso come avrei dovuto diritti sanciti dalla nostra Costituzione,
come ad esempio quello sulla libertà di pensiero e sulla libertà di
insegnamento, sulle pari opportunità di accesso al sapere e sulla laicità e
gratuità della scuola.

Sono colpevole, lo riconosco. So che posso fare molto meglio e impegnarmi
assai di più.
Ma sono disposta a tutto pur di espiare questa grave colpa.

Mi impegno, da domani stesso, ad entrare in classe tutte le mattine e dire per
prima cosa: “Attenzione, ragazzi, vi stanno togliendo il diritto allo studio,
stanno distruggendo la Scuola della Costituzione”, e a parlare profusamente con
loro del perché.

Mi impegno, da domani stesso, a parlare con ogni singolo genitore, perché si
impegni con me nel difendere questo bene primario della nazione a cui io debbo
fedeltà ed obbedienza come funzionario e come cittadino.

Mi impegno, da domani stesso, a informare ogni singolo docente ed ATA sulle
possibili azioni da compiere per difendere i diritti sanciti dalla
Costituzione.

Mi impegno, da domani stesso, a scriverLe ogni giorno inviandoLe sulla casella
e-mail le mie domande e le mie richieste e ad invitare tutti quelli che conosco
a fare altrettanto, in modo che Lei sia sempre aggiornato sui nostri anche più
reconditi pensieri.

In trepidante attesa di ricevere ulteriori istruzioni tramite il Suo sito web,
Le porgo i miei umili ed ossequiosi saluti

Roberta Roberti, insegnante e mamma pentita