Sorellanze. Camille Claudel I
Da ragazzina tutte le estati, la scultrice Camille Claudel (1864-1942) andava sull’isola di Wight, in Inghilterra, insieme a suo fratello Paul. Lì incontrava la sua amica Florence Jeans. Questa la prima di tre poesie scritte un’estate di qualche anno fa, quando la storia di Camille mi è arrivata in tutta la sua potenza.
L’INTESA
A Flo
Mi ti ha portata il mare,
mia dolce creatura
selvatica,
col tuo viso spigoloso
e i tuoi occhi
remoti.
Il mare
che solo ci piaceva
impetuoso
e indomito.
Schiuma dilagante
fino al largo,
onde a schiantarsi
violente
sulle scogliere
scoscese.
Eri l’infanzia
che avevo
vissuto
nel dimenticato
altrove
che sempre si annida
nelle pieghe
delle anime
inquiete.
Eri correre
a perdifiato
sul filo
dei tramonti
infuocati,
ma eri anche
tènere camicie
bianche
di pizzo,
tazze da tè
in porcellana
con piccoli
fiori dipinti
a mano
e lunghi abiti
di fiordalisi e farfalle.
Profumavi di terra
erbosa
dopo la pioggia
e di un’innocenza
inamidata
che non conosceva
reticenze
né verecondia.
Mi protendevo
spontanea
verso di te.
Necessariamente amiche,
noi due.
A condividere
l’intensità
lussureggiante
di chi non si piega
al timore
di vivere.
Come tutti ci sembravano vili!
E com’eravamo
belle,
noi due,
con le mani intrecciate
e i capelli sciolti
sulla schiena
a cercare riparo
sotto le rocce
nude
mentre il temporale
illividiva
il cielo
a schiacciarci
contro la parete
brulla
degli strapiombi
di Wight!
Quante lacrime
versavo
nel ricordo
delle nostre risate
aperte,
complici
senza saperlo
contro un mondo
in sordina.
Quante lacrime
a lasciarti
per partire
verso l’esilio
della mia terra natìa
sempre troppo vuota
di te.
Rigettata
nel rigore
della mia vita
scabra e schiva.
Come il marmo
che solo sapevo amare
di appassionato
terrore.
Montombraro, 29 luglio e 6 agosto 2014
Fratello e sorella. Camille Claudel III